Una piattaforma di nuova generazione e altissima tecnologia (Next Generation Sequencing-Ngs) per la valutazione dei biomarcatori genomici tumorali utili all'individuazione della migliore strategia diagnostica e terapeutica per i pazienti. Sarà acquisita per la struttura di Anatomia Patologica grazie a una raccolta fondi lanciata da Iom-Istituto Oncologico Mantovano, per un valore di 160mila euro.
L’immunoncologia e le terapie mirate hanno cambiato la storia naturale di molte neoplasie. In generale, la disponibilità di nuovi farmaci ha fatto sì che situazioni cliniche, per le quali fino a un decennio fa le opzioni terapeutiche erano molto limitate, oggi prevedano una sequenza di più linee di trattamento. La caratterizzazione molecolare, in aggiunta alla classica diagnosi istologica, è necessaria in tutti i casi per i quali siano disponibili in pratica clinica terapie mirate.
L’evoluzione in atto negli approcci terapeutici (oncologia mutazionale) impone lo sviluppo e l’estensione appunto dei test di profilazione molecolare NGS (next generation sequencing), volti a identificare sul tessuto tumorale (test somatici) o sul sangue periferico (test genetici) i biomarcatori per la selezione del farmaco innovativo più appropriato.
“Allo stato attuale delle conoscenze e delle linee-guida internazionali – spiega Rosa Rinaldi, direttrice dell’Anatamia Patologica - i tumori che sarebbe opportuno sottoporre ai test di profilazione molecolare NGS sono diversi: il tumore del polmone, dell’ovaio, della mammella, della prostata, del pancreas, del colon-retto, dell’endometrio, il melanoma maligno, della vescica, i tumori del sistema nervoso centrale, i tumori della tiroide; ma l’elenco neoplasie in cui la tecnologia NGS è raccomandata, è soggetta a un continuo aggiornamento. Inoltre – continua - i test di profilazione molecolare utilizzati per l’identificazione delle terapie più efficaci, rivelando la presenza nel tessuto tumorale di mutazioni genetiche potrebbero individuare mutazioni presenti anche nella linea germinale, permettendo di identificare i portatori di sindromi ereditarie. L’accertamento della “firma ereditaria” di una neoplasia apre quindi una prospettiva terapeutica e di prevenzione molto importante”.
Nel 2023, in Italia, sono state stimate 395.000 nuove diagnosi di tumore: 208.000 negli uomini e 187.000 nelle donne (dati AIRTUM - I numeri del cancro, 2023). In 3 anni l’incremento è di oltre 18mila casi. Ecco perché è sempre più importante rafforzare le azioni per contrastare il ritardo diagnostico, favorire la prevenzione primaria e secondaria tramite il controllo dei fattori di rischio (fumo di tabacco, obesità, sedentarietà, abuso di alcol e così via).
“Siamo orgogliosi - afferma il presidente dell’Istituto Oncologico Mantovano Luciano Lanza - che ancora una volta l’associazione, dopo il bellissimo traguardo raggiunto con il progetto robot chirurgico, lanci questo prestigioso progetto, in linea con l’ordinamento statutario dello Iom e assuma il ruolo di associazione capofila per il reperimento dei fondi necessari all’acquisto di questa piattaforma di nuova generazione e altissima tecnologia. Abbiamo con molto entusiasmo accolto la richiesta che ci è stata presentata al tavolo di lavoro dalle dottoresse Rinaldi e Adami, subito condivisa con la direzione generale ASST. Con lo spirito che sempre anima la nostra missione quotidiana e la nostra attività, di essere al fianco dell’ospedale Carlo Poma in aiuto ai tanti bisogni e aspettative della comunità mantovana, siamo fiduciosi di ricevere aiuti e collaborazioni dalle fondazioni bancarie e private, dalle aziende e da privati dell’intero territorio mantovano”.
IL PROGETTO DI ASST MANTOVA
L’acquisizione della nuova attrezzatura rientrerebbe in un progetto più ampio di Asst, che si sviluppa su due fronti. Si intende implementare il test somatico di sequenziamento dei geni BRCA1 e BRCA2 nel tumore dell’ovaio, della mammella, della prostata.
“I geni BRCA1 e BRCA2 (Breast Cancer gene 1 e Breast Cancer gene 2) spiega Francesca Adami, responsabile del Centro di consulenza genetica (CGO, afferente alla struttura di Anatomia Patologica - sono geni oncosoppressori e la perdita della loro funzionalità causa instabilità genomica che può portare alla trasformazione di cellule normali in tumorali. A causa della riduzione della capacità di riparo del danno al DNA, le cellule tumorali BRCA-mutate sono però più responsive a specifici trattamenti antitumorali con inibitori dell’enzima Poli ADP-ribosio Polimerasi (PARP-inibitori). L’implementazione dei test BRCA1 e BRCA2 ha inoltre anche una possibile applicazione volta all’identificazione di soggetti portatori di mutazioni genetiche costituzionali (germinali) associate ad alto rischio di tumori (mammella, ovaio, pancreas, prostata) ai fini di una prevenzione (primaria o secondaria) oncologica nell’ambito familiare”.
Il secondo obiettivo è implementare i test somatici di sequenziamento di geni in un numero maggiore di neoplasie (tiroide, vescica, rene, pancreas, ematologiche e così via) e per l’individuazione della Sindrome di Lynch (tumori ereditari del colon-retto, dell’endometrio, dell’ovaio, della prostata, dello stomaco).
Ad oggi molti di questi test vengono eseguiti in outsourcing, con problematiche legate alla logistica-tracciabilità del materiale biologico (possibile perdita di un campione irripetibile) e soprattutto ai tempi di refertazione che potrebbero compromettere la possibilità di mettere in atto strategie di prevenzione e diagnosi precoce dei pazienti.
Attualmente in Anatomia Patologica vengono già effettuate alcune analisi di sequenza genica mediante tecnica di next generation sequencing (Ngs) che permettono lo studio delle varianti geniche di rilievo predittivo-diagnostico-prognostico, associate alle neoplasie più frequenti.
L’implementazione dell’analisi e del sequenziamento dei geni BRCA1 e BRCA e l’Implementazione e rilevamento di ulteriori varianti genetiche e biomarcatori al Carlo Poma, nei servi di Anatomia Patologica e centro di Consulenza genetica Oncologica (Cgo) consentirebbe di ottimizzare i trattamenti per migliorare la sopravvivenza del paziente, identificare i soggetti sani ad aumentato rischio oncologico da avviare a strategie di riduzione del rischio col fine di ridurre l’incidenza delle neoplasie e da avviare a programmi di sorveglianza per diagnosticare precocemente le neoplasia; porterebbe inoltre a una notevole contrazione dei tempi di refertazione dei test con ricadute positive in termini di presa in carico del paziente, l’annullamento delle problematiche di tracciabilità del materiale nonché un vantaggio economico per l’azienda e non da meno una maggiore valorizzazione professionale del personale sanitario già presente in azienda.