TUMORE DEL COLON-RETTO
TUMORE DEL COLON-RETTO
Screening
Lo screening dei carcinomi colorettali mira a identificare precocemente le forme tumorali invasive, ma anche a individuare e rimuovere possibili precursori, ottenendo quindi sia diagnosi precoce che prevenzione della patologia neoplastica.
Regione Lombardia ha attivato dal 2005 un piano di promozione e sviluppo di questo programma di screening gestito attualmente da ATS.
Il 1° livello di screening, il test immunochimico per la ricerca del sangue occulto fecale (SOF), viene offerto ogni due anni a tutti i soggetti in età compresa tra i 50 e i 75 anni. I soggetti eleggibili sono invitati a ritirare il kit presso una delle farmacie del territorio mantovano. I kit con il campione fecale vengono riportati in farmacia e da li trasportati presso il laboratorio analisi. L’esito negativo è comunicato per lettera, mentre l’esito positivo è comunicato telefonicamente da personale sanitario ATS che contestualmente offre l’appuntamento per la pancolonscopia.
Il 2° livello diagnostico-terapeutico consiste nell’approfondimento diagnostico nei soggetti positivi al test di screening, entro 30 giorni dalla comunicazione dell’esito del test.
L’eventuale identificazione di polipi durante la colonscopia ne prevede l’asportazione. In seguito, in base alla valutazione di alcuni parametri, verrà definito l’intervallo tra la colonscopia di base e quella di follow up (visite di controllo).
L’eventuale identificazione di una neoplasia maligna comporta l’invio del paziente presso la chirurgia.
In caso di esito negativo della pancolonscopia, l’assistito rientra in screening dopo 5 anni, con il recapito della lettera di invito ad eseguire il test immunochimico per la ricerca del sangue occulto fecale (SOF).
Diagnosi e terapia endoscopica del cancro colo-rettale
L’accuratezza diagnostica rende la colonscopia l’unico esame attualmente raccomandato per i soggetti positivi alla ricerca del sangue occulto fecale in fase di screening e per la sorveglianza post-polipectomia o post-chirurgica.
Diagnostica per immagini delle neoplasie colo-rettali
Per quanto riguarda la diagnosi e la stadiazione (determinazione dello stadio della malattia) delle neoplasie colo-rettali le tecniche di imaging svolgono un ruolo complementare rispetto all'endoscopia. La Colonscopia Virtuale è un'indagine TC (tomografia computerizzata) dell'addome, eseguita senza somministrazione endovena di mezzo di contrasto, che si avvale di un sofisticato software che permette la rielaborazione delle immagini tale da ottenere una successiva “navigazione” virtuale all’interno del grosso intestino, valutandone caratteristiche ed aspetti patologici.
Diagnosi e terapia programmata
Dopo la prima fase diagnostica, il paziente viene inviato dall’endoscopista nel primo ambulatorio chirurgico disponibile. I pazienti con neoplasia del colon verranno inviati nell’ambulatorio di Chirurgia generale, mentre quelli con neoplasia del retto nell’ambulatorio di Proctologia.
Alla dimissione la Chirurgia Generale prenota una visita oncologica ambulatoriale riportando gli estremi di prenotazione nella lettera di dimissione. Dal momento della visita oncologica, l’oncologo diventa responsabile del successivo iter diagnostico, terapeutico e di follow up (visite di controllo).
Diagnosi e terapia d’urgenza
L’intervento chirurgico d’urgenza deve privilegiare già in prima battuta, ove possibile, l’asportazione della neoplasia. Sono possibili interventi in tempo unico, in due tempi o tre tempi.
Radioterapia
L’obiettivo principale della radioterapia è la riduzione delle recidive locali e, quando indicata, è da preferirsi in fase preoperatoria in quanto, oltre ad essere migliore la tolleranza, determina una riduzione del volume tumorale.
La radioterapia postoperatoria ha tuttora un ruolo nella cura delle neoplasie del retto. Viene usata sempre in associazione con la chemioterapia ed è indicata nei pazienti che non sono stati sottoposti a radioterapia preoperatoria e con fattori di rischio di recidiva locale.
Oncologia
La chemioterapia adiuvante è la chemioterapia somministrata nel paziente operato e potenzialmente guarito per distruggere eventuali micrometastasi responsabili di una possibile ripresa di malattia.
Accesso alle cure palliative
La presa in carico da parte dei palliativisti deve essere valutata sistematicamente nei pazienti pluritrattati, in fase avanzata di malattia o fragili con sintomatologia non controllata (sintomi fisici, psicologici, problematiche socio-assistenziali), con particolare attenzione alla valutazione e trattamento del dolore.
Le cure palliative vengono attivate nel decorso di malattia tumorale con due modalità: le cure simultanee e le cure di fine vita.
Nelle cure simultanee il malato viene seguito in modo integrato sia sotto il profilo oncologico che palliativo. Sotto il profilo oncologico il malato inizierà o proseguirà le cure oncologiche (chemioterapiche, radioterapiche, ecc.) in regime di ricovero, di day hospital o ambulatoriale. Contemporaneamente il malato sarà seguito sotto il profilo palliativo a livello ambulatoriale o domiciliare per il controllo dei sintomi fisici e delle sofferenze psicologiche, sociali e spirituali.
Con la progressione della malattia oncologica (recidiva, metastatizzazione, progressione locale), il programma diagnostico-terapeutico verrà rivalutato in modo congiunto dall’oncologo e dal palliativista, anche tenendo conto del vissuto di malattia del malato e della sua volontà. Al declinare o cessare delle indicazioni ai trattamenti oncologici verranno pertanto proseguite le sole cure palliative con l’obiettivo di perseguire la migliore qualità di vita per il paziente e i suoi familiari.
L’attivazione di un percorso territoriale di continuità tra cure oncologiche e cure palliative condiviso ha lo scopo di assicurare la continuità di assistenza ai pazienti oncologici che passano dalla fase di cura attiva a quella delle cure di fine vita.
Follow up dei tumori del colon retto
Un percorso di follow up (visite di controllo) post trattamento ha la finalità di individuare una ricaduta di malattia, identificare seconde neoplasie e rilevare le possibili sequele precoci e tardive delle cure ricevute.