EPATOCARCINOMA
EPATOCARCINOMA
Identificazione della popolazione a rischio
È a rischio di epatocarcinoma il paziente affetto da cirrosi o stadi pre-cirrotici di diversa natura (da virus, da alcol, da steatoepatite, ecc.). Identificare questi soggetti è pertanto il primo passo per organizzare un’adeguata sorveglianza. Spesso il paziente non è consapevole di avere una malattia epatica, in quanto i sintomi possono essere lievi o addirittura assenti.
La valutazione di fattori di rischio (consumo di alcolici, obesità, diabete, infezioni da virus epatitici, ecc.), il controllo della funzionalità epatica con esami del sangue mirati e l’esecuzione di un’ecografia epatica possono portare a chiarire il quadro, eventualmente con l’ausilio di una consulenza epatologica.
Sorveglianza dei pazienti a rischio
La sorveglianza ha come obiettivo l’identificazione del tumore in uno stadio molto precoce, quando è ancora suscettibile di trattamenti curativi radicali. I programmi di sorveglianza sono possibili in quanto la popolazione a rischio sulla quale vengono attuati è ben identificabile. Il test diagnostico utilizzato (ecografia addominale) presenta un’elevata accuratezza e le procedure di richiamo dei pazienti sono codificate.
Fase diagnostica
Ogni nuovo nodulo epatico identificato durante la sorveglianza nel paziente a rischio dovrebbe essere sottoposto ad idonea procedura diagnostica per definire la diagnosi ed effettuare il trattamento adeguato.
Fase di stadiazione (determinazione dello stadio della malattia)
La fase di stadiazione è affidata allo specialista dell’ambulatorio di epatologia o al medico che ha in carico il paziente. Durante questa fase vengono registrate tutte le informazioni necessarie per definire l’iter terapeutico più appropriato e lo stadio della malattia.
Fase del consulto multidisciplinare
Una volta completata la stadiazione, il medico che ha in cura il paziente chiede di presentare il caso al gruppo multidisciplinare composto da specialisti di chirurgia generale, malattie infettive, oncologia e radiologia.
Per ogni caso discusso viene compilata una scheda contenente eventuali integrazioni diagnostiche ritenute necessarie e le opzioni terapeutiche individuate.
Sarà cura del medico che ha presentato il caso clinico di informare il paziente della decisione del gruppo multidisciplinare per condividere le scelte terapeutiche.
Fase terapeutica
Le indicazioni terapeutiche formulate dal gruppo multidisciplinare tengono conto di uno schema generale che indica quale sia il trattamento di maggior beneficio, in accordo con i dati di letteratura. Le scelta terapeutica definitiva, che può consistere di trattamenti singoli oppure combinati o sequenziali, deve essere poi valutata per ogni singolo caso.
Fase di follow up (visite di controllo)
I controlli devono essere programmati sulla base del quadro clinico e del tipo di procedura utilizzata (mediamente ogni 3-6 mesi).
Attivazione delle cure palliative
Per i pazienti candidati a terapia palliativa e sintomatica, la Struttura che ha in carico il paziente segnala il caso alla rete di cure palliative.