Interventi Chirurgi
Interventi - Chirurgia Maxillo-Facciale Mantova
PERCORSO DEL PAZIENTE: TAPPE PRINCIPALI
1. RICOVERO 2. INTERVENTI 3. IN REPARTO 4. DIMISSIONE 5. CONTROLLI
1.RICOVERO - La sera precedente il giorno dell’intervento il paziente effettuerà una doccia e la rasatura del viso. Il ricovero si effettua alle ore 7:00 del mattino, a digiuno dalla mezzanotte. Il paziente sarà informato dai medici circa le procedure chirurgiche ed anestesiologiche cui sarà sottoposto.
2.INTERVENTI - Il primo paziente entrerà in sala operatoria alle ore 8:00, il paziente successivo al termine del primo intervento e così a seguire.
3.IN REPARTO - Al termine dell’intervento il paziente tornerà in reparto dove trascorrerà i giorni necessari per il recupero.
4.DIMISSIONE - Quando le condizioni cliniche saranno idonee, il paziente verrà dimesso con una certificazione nella quale verranno indicati i comportamenti e la terapia farmacologica da seguire al proprio domicilio.
5.CONTROLLI - Il paziente dovrà presentarsi a controlli prestabiliti presso i nostri ambulatori divisionali previa prenotazione al CUP.
PRINCIPALI INTERVENTI D'INTERESSE:
CHIRURGIA ONCOLOGICA
• Asportazione di neoplasie benigne e maligne del distretto Oro-Maxillo-Facciale;
• Svuotamenti linfonodali del collo. L’eliminazione di una serie di stazioni linfonodali poste nell'area di drenaggio di una neoplasia del distretto cervi-faccaiale, dove è più probabile la presenza di metastasi linfonodali (N+).
Non necessariamente devono esserci dei linfonodi francamente patologici: spesso viene fatto in modo prudenziale in aree che sono spesso interessate da metastasi linfonodali;
• Ricerca del linfonodo sentinella. Il linfonodo sentinella è il primo linfonodo tributario del tumore; ciò significa che è in assoluto il primissimo linfonodo che riceve la linfa proveniente dal distretto cutaneo in cui è originato il tumore.
La tecnica consiste nell'identificare il linfonodo mediante una iniezione nel derma ai bordi del tumore o della sua cicatrice di escissione chirurgica di un colorante marcato con tecnezio radioattivo e nell'esecuzione di un esame strumentale chiamato linfoscintigrafia che identificherà il primo linfonodo in cui il colorante radioattivo si va a distribuire. Una volta identificato, lo stesso linfonodo viene rimosso chirurgicamente ed inviato all'anatomo patologo.
CHIRUGIA GHIANDOLE SALIVARI MAGGIORI
• Asportazione di neoplasie benigne e maligne del distretto Oro-Maxillo-Facciale;
• Svuotamenti linfonodali del collo. L’eliminazione di una serie di stazioni linfonodali poste nell'area di drenaggio di una neoplasia del distretto cervi-faccaiale, dove è più probabile la presenza di metastasi linfonodali (N+).
Non necessariamente devono esserci dei linfonodi francamente patologici: spesso viene fatto in modo prudenziale in aree che sono spesso interessate da metastasi linfonodali;
• Ricerca del linfonodo sentinella. Il linfonodo sentinella è il primo linfonodo tributario del tumore; ciò significa che è in assoluto il primissimo linfonodo che riceve la linfa proveniente dal distretto cutaneo in cui è originato il tumore.
La tecnica consiste nell'identificare il linfonodo mediante una iniezione nel derma ai bordi del tumore o della sua cicatrice di escissione chirurgica di un colorante marcato con tecnezio radioattivo e nell'esecuzione di un esame strumentale chiamato linfoscintigrafia che identificherà il primo linfonodo in cui il colorante radioattivo si va a distribuire. Una volta identificato, lo stesso linfonodo viene rimosso chirurgicamente ed inviato all'anatomo patologo.
CHIRUGIA GHIANDOLE SALIVARI MAGGIORI
• Parotidectomia. L’intervento chirurgico va differenziato in base alla patologia che colpisce la ghiandola.
Infatti nel caso di tumore benigno della parotide l’intervento consiste nella enucleoresezione. Viene cioè asportato il tumore con una piccola quota di tessuto ghiandolare circostante per avere margini di sicurezza e comprendere nella resezione eventuali piccole propaggini.
Se la neoplasia avrà carattere maligno si dovrà eseguire una parotidectomia totale con eventuale svuotamento linfonodale del collo.
La chirurgia delle neoplasie della parotide è delicata visto la stretta correlazione che il nervo facciale ha con la ghiandola. Il nervo facciale consente di muovere la muscolatura mimica facciale. In sostanza è il nervo che ci consente l’espressività del volto. Un suo danneggiamento porta alla immobilità parziale o totale della muscolatura da esso innervata, condizioni note come paresi o paralisi facciale.
Infine è importante che il chirurgo adotti determinate strategie al fine di minimizzare le conseguenze estetiche dell’intervento. Un accesso tipo lifting (lo stesso che si utilizza in chirurgia estetica) ci consente di avere cicatrici invisibili e l’allestimento di lembi di SMAS ci consente di minimizzare eventuali infossamenti o sindromi di Frey (la sudorazione della guancia durante i pasti);
• Scialoadenectomia sottomandibolare. Si tratta dell’intervento chirurgico a cui è necessario ricorrere in caso di tumori (benigni o maligni) ed infezioni croniche della ghiandola sottomandibolare. Si effettua tramite una incisione al di sotto della mandibola e prevede l'asportazione della ghiandola.
È importante ricordare che in questa regione decorre un ramo del nervo facciale, il Marginalis Mandibulae, che è deputato alla motilità della metà del labbro corrispondente al nervo.
CHIRURGIA ORALE
Infatti nel caso di tumore benigno della parotide l’intervento consiste nella enucleoresezione. Viene cioè asportato il tumore con una piccola quota di tessuto ghiandolare circostante per avere margini di sicurezza e comprendere nella resezione eventuali piccole propaggini.
Se la neoplasia avrà carattere maligno si dovrà eseguire una parotidectomia totale con eventuale svuotamento linfonodale del collo.
La chirurgia delle neoplasie della parotide è delicata visto la stretta correlazione che il nervo facciale ha con la ghiandola. Il nervo facciale consente di muovere la muscolatura mimica facciale. In sostanza è il nervo che ci consente l’espressività del volto. Un suo danneggiamento porta alla immobilità parziale o totale della muscolatura da esso innervata, condizioni note come paresi o paralisi facciale.
Infine è importante che il chirurgo adotti determinate strategie al fine di minimizzare le conseguenze estetiche dell’intervento. Un accesso tipo lifting (lo stesso che si utilizza in chirurgia estetica) ci consente di avere cicatrici invisibili e l’allestimento di lembi di SMAS ci consente di minimizzare eventuali infossamenti o sindromi di Frey (la sudorazione della guancia durante i pasti);
• Scialoadenectomia sottomandibolare. Si tratta dell’intervento chirurgico a cui è necessario ricorrere in caso di tumori (benigni o maligni) ed infezioni croniche della ghiandola sottomandibolare. Si effettua tramite una incisione al di sotto della mandibola e prevede l'asportazione della ghiandola.
È importante ricordare che in questa regione decorre un ramo del nervo facciale, il Marginalis Mandibulae, che è deputato alla motilità della metà del labbro corrispondente al nervo.
CHIRURGIA ORALE
• Inclusioni Dentarie. Esposizione del dente incluso e suo ancoraggio per permettere la successiva discesa in arcata tramite terapia ortodontica.
Avulsione denti inclusi (denti del giudizio, canini o sovranumerari);
• Enucleazioni di Cisti dei mascellari;
• Biopsie;
• Trattamento delle osteonecrosi da bifosfonati. I bifosfonati rappresentano una classe di farmaci utilizzata per il trattamento di patologie metaboliche e oncologiche coinvolgenti l’apparato scheletrico.
È stata descritta l’osteonecrosi avascolare delle ossa mascellari quale effetto avverso potenzialmente grave associato alla somministrazione cronica di tali farmaci.
CHIRURGIA PLASTICA RICOSTRUTTIVA
Avulsione denti inclusi (denti del giudizio, canini o sovranumerari);
• Enucleazioni di Cisti dei mascellari;
• Biopsie;
• Trattamento delle osteonecrosi da bifosfonati. I bifosfonati rappresentano una classe di farmaci utilizzata per il trattamento di patologie metaboliche e oncologiche coinvolgenti l’apparato scheletrico.
È stata descritta l’osteonecrosi avascolare delle ossa mascellari quale effetto avverso potenzialmente grave associato alla somministrazione cronica di tali farmaci.
CHIRURGIA PLASTICA RICOSTRUTTIVA
Ricostruzione mediante lembi liberi microchirurgici. La microchirurgia ingloba tecniche chirurgiche che utilizzano il trasferimento di tessuto rivascolarizzato per riparare difetti o malformazioni congenite. Il trasferimento del tessuto avviene dal sito donatore a quello ricevente mediante anastomosi vascolari.
L'obiettivo di tali tecniche riparative è il ripristino della funzione ed il miglioramento dell'aspetto estetico.
MALFORMAZIONI DENTO-SCHELETRICHE
L'obiettivo di tali tecniche riparative è il ripristino della funzione ed il miglioramento dell'aspetto estetico.
MALFORMAZIONI DENTO-SCHELETRICHE
Osteotomie dei Mascellari. Con il termine progenismo (o 3a classe dentoscheletrica) si indica un’eccessiva crescita della mandibola che sporge in avanti rispetto al mascellare superiore.
Il contrario del progenismo è il prognatismo (o 2a classe dentoscheletrica), ovvero quando la mandibola è molto arretrata rispetto il mascellare.
Il piano terapeutico nel trattamento delle malformazioni dei mascellari prevede un trattamento ortodontico pre-chirurgico. La durata del trattamento ortodontico, orientativamente, varia tra i 6 ed i 12 mesi. In questa fase di collaborazione tra Ortodontista e Chirurgo Maxillo Facciale, verranno effettuati controlli trimestrali presso l’Ambulatorio Maxillo-Facciale per valutare la progressione della preparazione all’intervento.
Le tecniche chirurgiche più frequentemente utilizzate per il trattamento delle malformazioni dei mascellari sono costituiti da:
- Osteotomia sagittale della mandibola: tramite incisioni endorali (che quindi non determinano cicatrici visibili), che ci permetterà di riportare la mandibola nella corretta posizione e cioè ristabilire una corretta occlusione;
- Osteotomia del mascellare superiore: tramite incisioni all’interno della bocca si esegue il taglio dell’osso mascellare ed il suo riposizionamento a seconda della programmazione.
Tali interventi possono essere effettuati simultaneamente ed associati, ulteriormente, a genioplastica (cioè all’avanzamento o arretramento del mento) in relazione alla malformazione del mento associata. Il tempo di degenza post-operatoria è mediamente di 3 giorni.
Nell’immediato periodo post-operatorio il paziente dovrà seguire una dieta liquida per 3 giorni e successivamente morbida per 40 giorni.
Questo tipo di intervento è caratterizzato dalla assenza di sintomatologia dolorosa mentre è certamente fastidioso il gonfiore del volto nei primi giorni post-operatori.
Dopo la dimissione saranno programmati controlli ambulatoriali dal Chirurgo Maxillo Facciale e dall’Ortodontista fino a completa stabilizzazione del risultato ottenuto con l’intervento.
TRAUMATOLOGIA
Il contrario del progenismo è il prognatismo (o 2a classe dentoscheletrica), ovvero quando la mandibola è molto arretrata rispetto il mascellare.
Il piano terapeutico nel trattamento delle malformazioni dei mascellari prevede un trattamento ortodontico pre-chirurgico. La durata del trattamento ortodontico, orientativamente, varia tra i 6 ed i 12 mesi. In questa fase di collaborazione tra Ortodontista e Chirurgo Maxillo Facciale, verranno effettuati controlli trimestrali presso l’Ambulatorio Maxillo-Facciale per valutare la progressione della preparazione all’intervento.
Le tecniche chirurgiche più frequentemente utilizzate per il trattamento delle malformazioni dei mascellari sono costituiti da:
- Osteotomia sagittale della mandibola: tramite incisioni endorali (che quindi non determinano cicatrici visibili), che ci permetterà di riportare la mandibola nella corretta posizione e cioè ristabilire una corretta occlusione;
- Osteotomia del mascellare superiore: tramite incisioni all’interno della bocca si esegue il taglio dell’osso mascellare ed il suo riposizionamento a seconda della programmazione.
Tali interventi possono essere effettuati simultaneamente ed associati, ulteriormente, a genioplastica (cioè all’avanzamento o arretramento del mento) in relazione alla malformazione del mento associata. Il tempo di degenza post-operatoria è mediamente di 3 giorni.
Nell’immediato periodo post-operatorio il paziente dovrà seguire una dieta liquida per 3 giorni e successivamente morbida per 40 giorni.
Questo tipo di intervento è caratterizzato dalla assenza di sintomatologia dolorosa mentre è certamente fastidioso il gonfiore del volto nei primi giorni post-operatori.
Dopo la dimissione saranno programmati controlli ambulatoriali dal Chirurgo Maxillo Facciale e dall’Ortodontista fino a completa stabilizzazione del risultato ottenuto con l’intervento.
TRAUMATOLOGIA
Le fratture della regione Oro-Maxillo-Facciale possono verificarsi in seguito ad eventi traumatici (incidenti stradali, traumi sportivi, aggressioni, riassorbimento dell’osso mandibolare da osteoporosi, cause iatrogene) e possono interessare la mandibola, lo zigomo, il mascellare superiore, l’osso frontale, l’orbita e le ossa nasali.
Il trattamento chirurgico, generalmente condotto in anestesia generale, consiste nel ripristino del normale profilo del volto mediante riduzione delle fratture e fissazione con mezzi di sintesi in titanio o riassorbibili delle ossa facciali.
CHIRURGIA DEL NASO E DEI SENI PARANASALI
Il trattamento chirurgico, generalmente condotto in anestesia generale, consiste nel ripristino del normale profilo del volto mediante riduzione delle fratture e fissazione con mezzi di sintesi in titanio o riassorbibili delle ossa facciali.
CHIRURGIA DEL NASO E DEI SENI PARANASALI
• Settoplastica. È un intervento chirurgico effettuato in anestesia generale con lo scopo di raddrizzare il setto nasale.
L'intervento di settoplastica può essere congiunto alla riduzione di turbinati ipertrofici (e prende il nome di settoturbinoplastica) o alla rinoplastica ovvero la modifica estetica della piramide nasale (e prende il nome di rinosettoplastica).
Ad intervento eseguito al paziente verranno applicati due tamponi all'interno delle narici, utili a bloccare la perdita di sangue (e di muco) che verranno rimossi 48/72 ore dopo. Esternamente il naso non presenta cicatrici, né segni dell'intervento chirurgico, a parte un leggero gonfiore che sparirà nel giro di 10-15 giorni;
• Trattamento delle Sinusiti. La tecnica chirurgica varia in base alla patologie che colpisce il paziente.
Infatti potrà essere eseguito un intervento in endoscopia (FES) dove viene inserito nel naso una fibra ottica che permette un esame visivo diretto delle aperture dei seni nasali.
Un’altra possibilità per guarire dalla sinusite è l’intervento di Caldwell Luc, che aiuta ad alleviare la sinusite cronica migliorando il drenaggio dei seni mascellari. Il chirurgo entra nel seno mascellare attraverso la mascella, in corrispondenza del secondo molare. Crea un’apertura che collega il seno mascellare e il naso, migliorando il drenaggio.
CISTI DISEMBRIOGENETICHE DEL COLLO
L'intervento di settoplastica può essere congiunto alla riduzione di turbinati ipertrofici (e prende il nome di settoturbinoplastica) o alla rinoplastica ovvero la modifica estetica della piramide nasale (e prende il nome di rinosettoplastica).
Ad intervento eseguito al paziente verranno applicati due tamponi all'interno delle narici, utili a bloccare la perdita di sangue (e di muco) che verranno rimossi 48/72 ore dopo. Esternamente il naso non presenta cicatrici, né segni dell'intervento chirurgico, a parte un leggero gonfiore che sparirà nel giro di 10-15 giorni;
• Trattamento delle Sinusiti. La tecnica chirurgica varia in base alla patologie che colpisce il paziente.
Infatti potrà essere eseguito un intervento in endoscopia (FES) dove viene inserito nel naso una fibra ottica che permette un esame visivo diretto delle aperture dei seni nasali.
Un’altra possibilità per guarire dalla sinusite è l’intervento di Caldwell Luc, che aiuta ad alleviare la sinusite cronica migliorando il drenaggio dei seni mascellari. Il chirurgo entra nel seno mascellare attraverso la mascella, in corrispondenza del secondo molare. Crea un’apertura che collega il seno mascellare e il naso, migliorando il drenaggio.
CISTI DISEMBRIOGENETICHE DEL COLLO
• Cisti del Dotto Tireoglosso. È una formazione cistica situata generalmente nella porzione mediana del collo, anteriormente all'osso ioide, residuo dello sviluppo della ghiandola tiroide.
Il trattamento chirurgico consiste nella semplice cistectomia o l’asportazione della cisti con il corpo dell'osso ioide, alla asportazione completa di una lama di muscolatura fino alla base della lingua;
• Cisti Branchiali. Sono tumefazioni che persistono come residui di un incompleto riassorbimento di solchi, o tasche, branchiali che sono presenti durante lo sviluppo embrionale.
L'intervento si esegue quando le cisti o le fistole branchiali presentano una tendenza ad aumentare di volume, o quando esse provocano secrezione di liquidi infiammatori.
Il trattamento chirurgico consiste nella semplice cistectomia o l’asportazione della cisti con il corpo dell'osso ioide, alla asportazione completa di una lama di muscolatura fino alla base della lingua;
• Cisti Branchiali. Sono tumefazioni che persistono come residui di un incompleto riassorbimento di solchi, o tasche, branchiali che sono presenti durante lo sviluppo embrionale.
L'intervento si esegue quando le cisti o le fistole branchiali presentano una tendenza ad aumentare di volume, o quando esse provocano secrezione di liquidi infiammatori.